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Rischio Vesuvio, in primavera le prove di fuga

La presenza del Vesuvio, emblema e simbolo del territorio campano, comporta inevitabilmente un rischio per l'ampia area, densamente popolata, da esso sottesa. Il nostro vulcano, venerato fin dall'antichità per i minerali rilasciati nel suolo, che rendono fertili le terre ed uniche le colture ospitate alle sue pendici,  è uno dei più pericolosi al mondo. Non c'è altro da fare che prenderne atto, sostituendo al fatalismo la consapevolezza che la convivenza è possibile, ma richiede coscienza e preparazione. Nel mese di dicembre si è finalmente usciti dal torpore dilagante, almeno per quel che ci riguarda, grazie alla presentazione del Piano di Emergenza

Piano di Emergenza Comunale

Parte domani la campagna di divulgazione ed informazione sulle attività di prevenzione dei rischi naturali ed antropici, predisposta dall’Ente comunale in seguito all’aggiornamento del Piano di Protezione Civile. L’appuntamento è per le ore 11 presso la sala consiliare del Municipio. Ad illustrare il piano e gli scenari di rischio ed esso connessi, il responsabile scientifico del progetto, già noto per la sua attività di geologo e vulcanologo, Giuseppe Rolandi. In allegato troverete la locandina dell’evento. Tutti sono invitati a partecipare e, considerando l’importanza della tematica, vi consigliamo vivamente di farlo.

A fuoco la Contrada Castelluccio

Un incendio di vaste dimensioni sta interessando dal primo pomeriggio di oggi via Contrada Castelluccio e via Focone, strade periferiche del comune di Ercolano a ridosso del confine con San Sebastiano al Vesuvio. Il luogo del rogo, in pieno Parco Nazionale, famoso ai disonori della cronaca per lo sversamento illecito di rifiuti e sede in passato dell’ex discarica Ammendola & Formisano, non è nuovo a fenomeni di questro tipo. Nel cielo si è alzata intanto una densa colonna di fumo visibile anche da Napoli.

Spegnete la luce

Nella serata di ieri, per la seconda volta nell’arco di una settimana, passando all’esterno dei locali della piazza/belvedere “19 marzo 1944” in cui ha sede la Protezione Civile, abbiamo notato che all’interno di una o più stanze dell’edificio dato in gestione all’ente, la luce è accesa. Ciò, nonostante la struttura sia chiusa. Tale illuminazione è ben visibile dalla via Michele Capasso, grazie ad un’ampia finesta che dà sulla piazza e sulla strada (in alto a destra in foto). Si tratterà probabilmente di una dimenticanza ma, considerando che la luce è un bene prezioso, pagato a caro prezzo, trattandosi di una struttura pubblica,

Ampliata la “Zona gialla” dell’area Vesuviana

Nel febbraio 2014 veniva definitivamente approvata la nuova Zona rossa dell’Area Vesuviana. Tale zona, soggetta a vincoli ambientali ed urbanistici, nasceva da una rinegoziazione del piano di emergenza definito dal Dipartimento di Protezione Civile nel gennaio del 2013. In tale circostanza si estese la Zona rossa da 18 a 24 comuni sulla base dei confini amministrativi e, nel caso di Napoli, delle municipalità più esposte al rischio Vesuvio. Un ampliamento i cui criteri non soffisfacevano i comuni di Napoli, Nola e Pomigliano che ricorsero in appello. L’accoglimento delle loro istanze portò un ridimensionamento del perimetro secondo l’attuale configurazione. A distanza di un

Convegno-Tavola Rotonda: “VESUVIO, settant’anni dall’ultima eruzione”

Il primo marzo del 1944 il Vesuvio, per la quarta volta dall’inizio del secolo, manifestava i segni dell’imminenza di un’eruzione. L’11 marzo una parte del conetto di scorie centrali crollò nel camino vuoto, innescando un’intensa attività all’interno del cratere. Il 21 marzo un articolo non firmato apparso sul quotidiano “Il Risorgimento” riportava: “Da sabato notte, come abbiamo annunziato, il Vesuvio è in una importante fase di eruzione che è proseguita nella giornata di ieri, facendo dilagare dal cratere incandescente migliaia di tonnellate di lava.” Avanzando lentamente, il fiume di roccia fusa giunse il 18 marzo a minacciare gli abitati di San

I rischi della zona rossa, se ne parla al programma radiofonico “24 Mattina”

Andresti a vivere nella zona rossa del Vesuvio? Questo il sondaggio lanciato da un reportage del settimanale Panorama a cura di Maria Pirro. Nel mirino le abitazioni costruite alle pendici del Vulcano più pericoloso al mondo ed il timore che si continui ad edificare. Prede spunto da qui, la seconda parte del programma radiofonico 24 Mattino di oggi, in onda su Radio 24. Sono complessivamente 2000 le ordinanze di richiese di demolizione pervenute all’ente Parco del Vesuvio dal 1997 ad oggi. Di contro sono pochi, dell’ordine delle decine, gli abbattimenti materialmente eseguiti. Lo apprendiamo dalle parole di Ugo Leone, l’ex Presidente,

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